Data di acquisto: 02/05/2015
Si è sempre detto che le tante divinità egizie, non certo numerose come l'affollato e soffocante pantheon induista, simboli vivificanti e univoci di forze sottili e spesse, manifestazione antropomorfica ed anche zoomorfica di forze fisiche, emblemi esoterici di una profondissima "religione della mente" - che poi darà origine al più conosciuto "ermetismo" -, altro non sono che parti, inscindibili fra loro, costituenti il corpo cosmico ed eterico di un Essere Supremo, sconfinato in dimensione ed eterno, atemporale e prima di ogni cosa. Il politeismo egizio non è una volgare sommatoria di forze che si creano e che si annullano fra di loro, bensì è l'inveramento proteiforme - il "Luce da Luce" del Credo cristiano - di "parti spirituali" differenti ma complanari verso un obiettivo comune: rendere perfetto il multiverso ad immagine e somiglianza della incorruttibilità celeste. La religione egizia fu la punta di diamante della Tradizione Primordiale e solo Madame Blavatsky non riconobbe mai questa supremazia.