Data di acquisto: 04/05/2015
Un libro sorprendente per come spiega e corrobora la tesi principale, ossia che Dante, comunque fiero difensore di un Cristianesimo depurato dalla corrotta temporalità papale, abbia codificato con arguzia un'escatologia di tipo islamico all'interno della Divina Commedia. E' una tesi rivoluzionaria, la quale potrebbe aprire nuove strade per una comprensione globale del pensiero dantesco. Non immaginatevi, però, un Alighieri fattosi segretamente musulmano, che semina misteri in stile "Codice da Vinci" nella sua principale opera. L'influenza islamica che può essere giunta alle orecchie e nell'animo del poeta toscano, è molto raffinata, altamente esoterica e incline al misticismo più profondo. Più un sufismo etereo che uno jihadismo radicale, dunque. Un testo tutto sommato godibile e per nulla pomposo, pur affrontando un argomento piuttosto spinoso.