La "Pace", come anche la "Verità", è un manufatto, non esiste in natura.
È una necessità umana, elaborata con mano paziente, quasi un lusso dello spirito. Il nostro Fare Pace determina l'agire non violento nei confronti di tutto ciò che definiamo altro: relazioni, ambiente, il corpo addosso e dentro noi, la psiche.
Per raggiungere la Pace bisogna praticare e affinare molte qualità: pazienza, ascolto, comunicazione, saggezza. Fare Pace è un continuo lavoro di equilibrio tra muscoli opposti - come saper stare in piedi stabili, ma mai fermi (vedi "Le posizioni di equilibrio" a pag. 64).
Ahimsa, non violenza, è una parola sanscrita, tra le prime indicazioni fondanti i comportamenti di uno yogi. Tutto il nostro agire, ascoltare, osservare, comunicare deve avere una radice etica nella non violenza. È uno stile esistenziale da praticare ovunque e sempre. A pag. 38.
Praticare fisicamente la Pace è fondamentale per sperimentare la profondità tra il corpo fisico e quello sottile. Una pratica lenta e coinvolgente, a pag. 26.
L'arte del rilassamento in Shavasana, la Posizione del Cadavere, è apicale nella pratica asana. È il momento in cui si interiorizzano i frutti delle posizioni eseguite prima, i loro simboli e le emozioni suscitate, per ascoltare la risonanza del silenzio interiore.
Codificata nel testo Porch Yoga Nidra, pubblicato in India nel 1976, scopri come e perché funziona Shavasana. A pag. 34.
Esiste un popolo, una etnia in Europa (i Lapponi o Sami), che non solo non ha mai fatto una guerra nella storia, ma non ne conosce neanche il significato. Come sia stato possibile, ce lo spiega Martina Fragale a pag. 40. Un insegnamento sulla Pace da tenere nel cuore.
Da dove cominciano i conflitti?
Da noi, dalla nostra guerra personale. Quando viviamo condizioni che non desideriamo, il nostro pensare e il nostro impegno sono diretti a correggere il mondo perché non si conforma a ciò che desideriamo: cerchiamo di adattare l'esterno all'interno. A pag. 54 una pratica tra psicologia e mindfulness.