La vitamina D è un pro-ormone, la cui regolazione è fondamentale per una salute robusta e duratura.
Durante gli anni ’60, un gran numero di studi indicò che l’idea che la terapia con estrogeni avrebbe potuto alleviare i sintomi della menopausa.
In un best seller intitolato Feminine Forever, un famoso ginecologo di Brooklyn addirittura sosteneva che la menopausa fosse una malattia piuttosto che uno stato naturale associato all’invecchiamento.
Ben presto, un numero crescente di donne di una certa età iniziò ad assumere estrogeni a supplemento come fossero caramelle, esattamente come si fa oggi con la Vitamina D in alcuni ambienti “salutistici”.
Il tutto con la penosa logica che sostituire esogenamente gli ormoni che il proprio corpo smette di secernere o che ha carenti sia la strada corretta. Il trattamento, noto come terapia ormonale sostitutiva, diventò così uno dei trattamenti medici più popolari in America, appoggiato e perorato da tutte le associazioni mediche più in vista.
Nel 2001, 15 milioni di donne negli USA seguiva la terapia ormonale sostitutiva, di cui 5 milioni di donne anziane.
Ma poi… Nel 1998 (quindi dopo 20-30 anni), uno studio clinico di importanza notevole, concluse che la terapia con estrogeni aumentava purtroppo la probabilità che le donne con malattie cardiache potessero subire un secondo attacco di cuore.
A questo studio seguì un altro studio nel 2002 che concluse che la terapia ormonale sostitutiva metteva le donne in postmenopausa a maggior rischio di malattie cardiache, ictus, coaguli di sangue, cancro al seno e persino demenza.
Improvvisamente diventò dolorosamente chiaro che la terapia ormonale sostitutiva era molto pericolosa!
Gary Taubes, il grande giornalista scientifico scrive sul New York Times Magazine nel 2007: “La domanda su quante donne possano essere morte prematuramente o aver subito ictus o cancro al seno perché stavano prendendo una pillola che i loro medici avevano prescritto per proteggerle dalle malattie cardiache rimane senza risposta. Una stima ragionevole sarebbe di decine di migliaia”.
Questa storia della terapia ormonale sostitutiva, che l’epidemiologo di Harvard Jeffrey Avorn definì la “debacle degli estrogeni” è un esempio lampante di come anche le convinzioni mediche più diffuse possano rivelarsi sbagliate.
La storia è piena di studi di parte, clinici troppo sicuri di sé, fino alla tracotanza e ricercatori che non sono riusciti a pensare in modo critico.
La cosa più allarmante, tuttavia, è il fatto che la comunità medica è attualmente ignara di un altro disastro imminente per la salute pubblica di proporzioni epiche, che colpirà una larga fetta di popolazione.
Nel tentativo di frenare le malattie croniche, ricercatori, sicuramente ben intenzionati, stanno promuovendo come forsennati la vitamina D, una sostanza che, secondo recenti ricerche di modellazione molecolare, può agire come uno steroide immunosoppressore.
Studi che interpretano in modo errato il motivo della carenza di vitamina D nei pazienti con malattie croniche sono stati accolti dai media come grandi novità da divulgare quotidianamente, persino nei tempi bui del COVID-19 e costituiscono la base di massicce campagne pubblicitarie che, insieme a raccomandazioni male informate di medici e ricercatori, comunicazioni entusiastiche sui social ecc…
Stanno creando una tempesta perfetta di incomprensioni e cattivi consigli che porteranno, nel giro di 4-5 anni, ad un disastro sanitario che coinvolgerà anche soggetti in salute che, con la speranza di rimanere sempre in forma, assumono queste pasticche in modo ossessivo e compulsivo 365/365.
"Se ho visto più lontano degli altri è perché mi sono levato in piedi sulle spalle dei giganti." - Isaac Newton