Il protagonista è Mario Rossi, ragioniere presso una ditta di imballaggi della periferia di Firenze, ormai prossimo alla pensione. Sposato con Gisella, padre di Simona e Francesco, nonno di due vivaci nipotini e appassionato di Rossini. Un nome comune. Una vita normale. Quasi banale. Una vita piatta, monotona, scandita da abitudini lavorative e familiari radicate negli anni. Una vita piccolo borghese, senza grandi problemi, né sussulti né scossoni.
Soliti gesti quotidiani. Soliti orari. Per esempio, come quello di recarsi al lavoro sempre con lo stesso autobus. O come quello di sedersi a tavola per cenare in cucina, davanti al solito Tg2 delle otto e mezzo. Oppure ancora come il rito del pranzo domenicale insieme con la figlia, separata, e i nipotini. Un venerdì sera, però, in casa Rossi accade una tragedia che sconvolgerà la vita del protagonista.
Da quel momento egli cambierà pelle, trasformandosi pian piano in un’altra persona. L’impiegato scrupoloso, il marito fedele, il padre modello che ha vissuto fino ad allora in un autentico torpore esistenziale, cercherà disperatamente di recuperare un’intensità di vita mai conosciuta. L’anziano ragionier Rossi vivrà esperienze ed emozioni nuove. Forti. Alcune addirittura pericolose per la propria incolumità. Quasi una vita avventurosa, che lo condurrà prima a Roma, poi a Parigi.
Banalità e routine quotidiane possono creare un comodo guscio di false sicurezze. A lungo andare, però, esse svuotano dentro di ogni possibile energia vitale, fino alla completa assuefazione. Ma ad un tratto, ecco che può scattare in noi la parte maligna più nascosta.
Quella con la quale noi stessi abbiamo paura un giorno di poterci confrontare. Mario Rossi passerà da un’esistenza grigia e noiosa ad un’esistenza nera ed eccitante. Dalla piattezza assoluta alla dimensione oscura del male, della cui scoperta egli più volte si meraviglierà. Un mostro sprigionato da una personalità insignificante, mite, quasi remissiva davanti allo scorrere di giornate tutte uguali.
Attraverso lo stile essenziale di Marco Vichi, la tensione narrativa del romanzo sale via via in progressione proprio come in un crescendo rossiniano, con un finale sorprendente da suscitare nel lettore sentimenti contrastanti.