Sogni di un Satiro Danzante — Libro
Pierluigi D'agostino
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È davvero una sensazione notturna e danzante quella che si assapora nei versi di Pierluigi D'Agostino, tra effluvi raccolti da fiumi, respiri, onde, sogni.
La sua giovanissima testimonianza, in questa opera d'esordio, incontra già decifrazioni antiche, assorbite dai segni di simbolismi capaci di evocare seduzioni che ricordano i versi folgoranti di Mallarmé "Quelle ninfe voglio incantare! / Sì chiaro / svola il loro fresco incarnato per l'aria / fìtta di sonni / Un sogno baciai?", oltre l'estenuata riprova di tempi e spazi che la storia concede.
Un recupero del tutto novecentesco di elementi che hanno caratterizzato il mitomodernismo dei primi anni novanta, nella corrente guidata da Giuseppe Conte? O forse un registro definito da una sinestesia complice ed ammiccante, alla trasformazione devota? Incombe un pericolo, un presagio che D'Agostino accompagna a ciò che rimane del tema del viaggio iniziatico e della solitudine inconciliabile.
C'è una stasi superata nella prigionia "scherzosa e irrequieta" che consente l'ipotesi più solida, accennata e scoperta, dell'esserci nel tempo; dove una consolazione rimane all'orizzonte delle possibilità enumerate, delle distanze annientate, terre desolate, frammenti che, tuttavia, vengono in qualche modo recuperati, avvolti nella ritmica consistenza dei versi che si coniugano in strofe portanti dove i segni sono alture, rilievi eseguibili sul tracciato di una conduzione catartica, nei sensi e nell'ascolto di un possibile cenno.
Il congedo è poi ulteriore tema epifania); vita di spirituale mediazione in un tangibile oltre, condotto ed enunciato nei ciclici eventi della metamorfosi mirabile.
Il dialogo è muto ma covidoso, fuggito per inespressa sentenza; il bagno di Narciso intende porci a confronto con l'ossimoro, la funzione dei contrari, la vocazione ad una auspicata sintesi che D'Agostino insegue e anela, nella trama delle tessiture dove il bosco dei simboli ospita il tempo del canto e del gioco. Una nuova e antica poetica del mito, quindi, emerge nella partitura evocativa di questi versi, dove sospiro e turbamento costituiscono il viatico; oltre rimorso, dubbio, preghiera, salvezza, imprevedibili opposti, inaspettate svolte. Davvero un ondeggiare fonetico quasi scandito da indizi fluttuanti nell'accezione di Tynjanov, così come, ritornando al mitomodernismo, amava evocare Dorian Veru-da, amante di Eschilo e di Pindaro, fedele d'amore di un codice arcaico ma, oltre il dire, salvifico.
Andrea Rompianesi
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Marca | Scrittura Creativa |
Data pubblicazione | Novembre 2012 |
Formato | Libro - Pag 64 - 13x21 |
ISBN | 888782116X |
EAN | 9788887821161 |
Lo trovi in | Libreria: #Narrativa italiana |
MCR-NR | 59047 |
Pierluigi D'Agostino è nato a Roma nel 1992 , studia filosofia presso l'Università di Tor Vergata Leggi di più...
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