Un capolavoro della letteratura cavalleresca.
J.R.R. Tolkien è il creatore dell’universo fantastico della Terra di Mezzo ma prima ancora è stato grande conoscitore delle mitologie classiche, medioevali e moderne.
Dopo il racconto delle gesta di Beowulf e La caduta di Artù, lo ritroviamo in questo libro alle prese con tre storie accomunate dal tema della perdita, tre gemme struggenti e meravigliose.
Nella prima Sir Gawain e il Cavaliere verde Tolkien ci guida alla corte di re Artù a Camelot il giorno di Natale: il re non darà inizio al banchetto finché non avrà assistito a prodezze come è usanza.
Un cavaliere imponente, con un’armatura verde della testa ai piedi, armato di un’ascia gigantesca lancia la sfida a tutti i cavalieri della Tavola Rotonda. Sir Gawain sa che la disfida significa morte certa ma è l’unico a farsi avanti. Scoprirà che in gioco non è solo la vita ma la purezza e la dignità del cavaliere.
In Sir Orfeo Tolkien ci narra in chiave medievale un mito della classicità, la storia di Orfeo e Euridice, del loro amore più forte della morte, mentre in Perla racconta di un padre disperato che piange la perdita dell’amata figlia, scivolata via come una perla tra le dita.
Tre drammi in versi, cesellati da Tolkien con maestria e pathos, restituiti splendidamente nella nuova traduzione di Luca Manini.
Il congedo di Gawain
"Ora, signori e dame, audaci, felici, per benedirvi io sono qui, per ringraziarvi mille e mille volte, e pregar Dio che vi mantenga sani;
quando per terre e prati voi andrete, ogni dolore Ei tenga a voi lontano, per l'amicizia che io qui trovai prendo congedo, pur se non vorrei.
Per l'amicizia e i favori buoni, per l'abbondar di cibi e di bevande,
Cristo, che fu levato sulla Croce, vi tenga ora buona compagnia.
Che vi troviate in mare oppure in terra, ogni dolore Ei tenga a voi lontano.
Tanto è il piacer che su di me poneste che prendo io congedo, pur se non vorrei.
Seppur io vada contro il mio volere, a lungo più non posso qui indugiare, ché ogni cosa giunge alla sua fine e pur gli amici debbon separarsi;
Per quanto amati siamo, e ad altrui cari, la morte ci trarrà da questo mondo, e quando in una tomba siamo posti, prendiam congedo pur se non vogliamo.
Un buon giorno io auguro a voi tutti, un buon giorno a voi, giovani e vecchi, un buon giorno a voi, nobili e umili, e mille volte e mille vi ringrazio!
Se avete cosa che a voi è cara, per voi io lieto compirei l'impresa —protegga Cristo voi da ogni dolore ché ora io da voi prendo congedo."
Dicono del libro
"Questo straordinario racconto di amore, sesso, onore, tatto sociale, tragedia personale, e magia, è uno dei poemi più maestosi e più facili da leggere per linguaggio. La versione di Tolkien lo rende vivo in modo trionfante." - Birmingham Post