Alimentazione e salute: alcuni spunti di riflessione
Negli ultimi tempi, l'attenzione della medicina e dell'opinione pubblica per il ruolo dell'alimentazione nel mantenimento della salute, o al contrario nella genesi delle malattie, è arrivata a livelli che solo qualche anno fa era imprevedibile immaginare.
Da un lato si può affermare che era giunto il momento che la scienza preposta alla salvaguardia della salute umana prendesse in considerazione uno dei fattori fondamentali della fisiologia dell'organismo, il quale concorre alla sua formazione e rigenerazione costante.
Del resto, come viene ripetuto sempre da più parti, proprio il fondatore della cosiddetta medicina occidentale, Ippocrate, invitava già alle origini di questa scienza a tenere in massima considerazione il cibo e le sue applicazioni terapeutiche e a farne anzi la fonte primaria della salute. Dall'altra parte, però, possiamo affermare obiettivamente che in certi casi la senz'altro reale correlazione tra alimentazione e il binomio salute-malattia viene assolutizzata al punto tale da essere ritenuta l'unica variante sufficiente e necessaria per lo scatenamento o di uno stato di benessere totale o al contrario patologico e invalidante, a seconda delle scelte operate, appunto, a tavola.
Una posizione di questo tipo viene però messa in discussione dalle ultime scoperte di altre scienze trasversali alla medicina e con essa raccordate, come la psicologia, la fisica, la biologia o addirittura la sociologia che hanno mostrato, e vanno mostrando sempre più, che il mantenimento di uno stato di salute psicofisica ottimale è correlato a tanti altri fattori oltre al cibo e che la spiegazione dell'origine della malattia nel suo insieme non è certo così facile e assodata.
Alcuni di questi autori “complementari” alla medicina clinica si spingono addirittura ad attribuire tutta la responsabilità della nascita di molte patologie a conflitti traumatici di tipo psicoemotivo escludendo qualsiasi possibilità di intervento concausale di tipo alimentare o legato agli stili di vita e cadendo quindi probabilmente nell'esatta dilatazione di valutazione opposta.
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