Ispirandosi a una frase fantasiosa di Jean Cocteau ("Un uccello canta meglio sul proprio albero genealogico") Jodorowsky, celebre in tutto il mondo come regista cinematografico, ha voluto "cantare" in queste pagine, in bilico tra il romanzo e la favola, la storia vera o presunta dei suoi antenati paterni e materni. Spiega lo stesso autore: "Tutti i personaggi, luoghi ed eventi sono reali.
Ma questa realtà è trasformata ed esaltata fino a trasformarsi in mito.
Il nostro albero genealogico da un lato è un recinto che limita i nostri pensieri, emozioni, desideri e vita materiale, ma dall'altro è il tesoro che racchiude la maggior parte dei nostri valori".
Nonna Teresa si arrabbiò con Dio e con quanti continuavano a credere in Lui dopo la micidiale inondazione del fiume Dnepr. E' così che comincia la meravigliosa, magica storia di una famiglia cilena di origine ebreo-russa, una storia di antenati lontanissimi e mitici, reali e immaginari, che risalgono la corrente dei secoli attraverso la lente deformante dell'ironia e della parodia, per diventare romanzo e favola.
L'incalzante fantasia di Alejandro Jodorowsky trasfigura e moltiplica gli eventi, mescolando storia e memoria, miracoli e follie.
Ci sono antenati sempre avvolti da sciami d'api, stregoni e incantatori di serpenti, stupratori di vecchiette e attentatori anarchici; cappelle incantate e bordelli, terremoti, scioperi di minatori e cariche della polizia. Una saga travolgente che sa unire alla grazia delle novelle yiddish il realismo magico latinoamericano.