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Qohelet — Libro

La domanda dell'esistenza

Gustavo Zagrebelsky




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Descrizione

Un testo che ha affascinato laici e credenti: la lettura di Zagrebelsky è un invito a non rassegnarsi alla vanità del mondo

Che cosa sono queste «vanità delle vanità» di cui ci parla il Qohelet? Sono un messaggio di disperazione o un linguaggio di libertà? Che cos’è il mondo sul quale il vento soffia da Oriente a Occidente e da Occidente a Oriente per ritornare sempre al punto di partenza?

Per millenni questo libro enigmatico della Bibbia è stato interpretato come un’eccezione, anzi una contraddizione o uno scandalo nel messianismo ebraico e cristiano il quale insegna a non disperare, poiché la storia ha un senso che ci condurrà alla «pienezza dei tempi» in cui tutte le vanità saranno ricomposte in un quadro di sapienza, giustizia e bontà divina.

Ma nel frattempo dobbiamo forse annichilirci, impazzire di disperazione e riempire le nostre giornate con la ricerca di vani, insensati e fuggitivi piaceri, per non farci schiantare dalla consapevolezza del vuoto nel quale siamo gettati? Meglio allora per l’uomo non esser mai nati: è questo che dobbiamo concludere? Ma perché dovremmo condannare come illusoria l’azione rivolta a costruire, nella vita individuale e in quella collettiva, qualcosa che vana non sia?

Una lettura d’eccezione che cerca di vedere un poco più chiaro nella potente poesia di questo testo apocalittico.

Il libro si concluderà con la traduzione del Qohelet

Estratto dal libro

Un libro attuale? Qohelet è figlio del suo tempo, un tempo di incertezze rispetto ai valori della tradizione, insidiati da influenze scettiche provenienti dalla cultura ellenistica, dal sorgere di sette fanatiche come quella degli Esseni, e da movimenti politico-radicali per la restaurazione della pura fede dei padri, senza che valori nuovi apparissero all’orizzonte: un tempo del «non più» e del «non ancora».

Qohelet reagisce con distaccata indifferenza, come i grandi scettici che additano nei piccoli piaceri l’efficace lenimento dei dolori di una vita senza speranza.

E oggi? Se guardiamo al successo che il nostro testo incontra, e in misura crescente, nella letteratura esegetica, nella poesia, nel teatro, nella musica, nel senso comune che si è appropriato di tante espressioni di Qohelet, facendole sue e dimenticando la fonte; se diamo al giovanilismo odierno, alla paura dell’invecchiamento e agli esorcismi contro la morte il significato di un marchio del tempo, al di là del loro aspetto grottesco e disperato, possiamo forse credere in Qohelet come filosofo per i nostri giorni.

Anche questo odierno incontro potrebbe essere un sintomo di qualcosa, come un’infezione dello spirito. Oppure, potrebbe essere il segno della speranza in qualcosa che deve nascere.

Anche la saggezza di Qohelet è vana? E anche morire percorrendo una strada di piacevolezze.

Chi non ha sentito il fascino poetico delle potenti immagini che descrivono l’insignificanza dei giorni della vita «sotto il sole»? Chi non direbbe: è proprio così, so anch’io che è così? Le parole di Qohelet cadono su un terreno predisposto ad accoglierle. E chi non ha detto: prendiamo dalla vita, momento per momento, il piacere effimero che può dare, senza pensare al futuro?

Dunque, la voce di Qohelet è seducente. Ma è anche convincente?

Egli si presenta spoglio d’ogni orgoglio e anche in questo consiste il suo potere seduttivo. Ma la sua è modestia solo apparente. Non dice: questo o quello è vanità, ma tutto, veramente tutto, è vanità, anzi è vanità delle vanità. Qohelet, sulla sua «vanità» costruisce addirittura un’etica, l’etica del vano godimento della vita. In base a quale principio o autorità preminente può egli dire che tutto è senza valore, salvo ciò che viene detto da lui stesso?

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Scheda Tecnica
Marca Il Mulino
Data pubblicazione Settembre 2021
Formato Libro - Pag 161 - 12,5x20,5 cm
ISBN 881529175X
EAN 9788815291752
Lo trovi in Libreria: #Cabala/Kabbalah #Cabala/Kabbalah #Cabala/Kabbalah
MCR-NR 193126

Gustavo Zagrebelsky (San Germano Chisone, 1º giugno 1943) è un giurista italiano, giudice della Corte costituzionale dal 1995 al 2004 Leggi di più...

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