Nel 2050 — Libro
Passaggio al nuovo mondo
Paolo Perulli
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Saremo più ricchi o più poveri, più sicuri o più indifesi, vivremo meglio o peggio nel mondo futuro? Dipende da come oggi, in una crisi senza precedenti, sapremo correggere gli errori e le ingiustizie degli ultimi trent’anni di globalizzazione.
Il nostro mondo sembra ora guidato perlopiù da élites irresponsabili e miopi che hanno messo a rischio la Terra e creato una neoplebe planetaria – un aggregato sociale privo di riferimenti valoriali e di risorse materiali – impoverita e vulnerabile, mentre la classe creativa è sì dotata di sapere ma è priva di potere.
Il mondo di domani potrebbe essere costituito di grandi stati-continente e di scambi più equi tra di essi, basato su nuovi diritti di proprietà e su una società glocale intelligente.
Come arrivarci nel 2050, è il tema di questo libro provocatorio e tagliente, dove prendono vita idee radicali – sintetizzate in alcune parole chiave come internalizzare e localizzare – in un dialogo serrato con la modernità e un progresso da ripensare.
Estratto dal libro
L’attuale globalizzazione apparirà come l’esperimento sbagliato di un apprendista stregone.
Ha mescolato mercati, spazi e individui come fossero merci equivalenti con un unico valore di scambio. Invece erano modi di produzione, entità naturali e gruppi umani ciascuno dotato di storia e di cultura. Ha pensato di ridurli a uno, invece erano molti diversi. Ha sostenuto di elevare gli ultimi del mondo, invece ha approfondito le diseguaglianze.
L’Unione Europa – in cui gli attuali stati sono ormai diventati semplici regioni – ha attratto a sé Russia e Turchia, in nome dell’antica radice europea e della moderna geopolitica che ne fa le due cerniere tra Occidente e Oriente. A Sud dell’Europa esiste finalmente una Unione Africana che federa oltre 50 stati in un grande mercato unico non solo economico ma politico, davvero post-coloniale. Una grande federazione Asiatica unisce Cina, India, Giappone, Indonesia e Sud-Est Asiatico moderando la supremazia cinese. Il Nord-America si è infine riunito alla Gran Bretagna e all’Australia dopo il tramonto dell’impero americano. L’America Latina e i Caraibi uniti hanno invece intensificato il loro legame con il continente delle proprie origini europee.
Il mercato globale si è riscoperto glocale. L’era del petrolio è finita da tempo lasciando alle spalle stati islamici indeboliti, costretti a fare la pace: il Medio Oriente è diventato una grande zona franca per lo sviluppo di energie solari e geotermiche in cui perfino il ruolo di Israele, leader tecnologico, si è inserito.
Il mondo ce l’ha fatta. La fine dell’età del carbonio ha liberato nuove fonti rinnovabili, e gran parte del Pianeta è ora salvaguardato come un grande parco: in cui le specie protette, animali e vegetali, abbondano.
Quella che sembrava l’epoca del capitalismo globale si è dissolta nella nuova formazione, a cavallo tra scambio di mercato e comunità.
È ancora capitalismo? La domanda non è retorica, perché i regimi di proprietà e di scambio ineguale tipici del capitalismo sono completamente mutati. Anche la proprietà è mutata. Una nuova proprietà comune basata sui commons (acqua, terra, aria, dati, conoscenza) è finalmente emersa.
L’inganno delle comunità di fan con i loro insulsi «mi piace» e le piattaforme digitali hanno subito una profonda trasformazione in senso democratico, realizzando così l’utopia possibile di un sistema senza centro basato sulla conoscenza.
La Terra è salva. La curva di crescita delle temperature medie del pianeta si è stabilizzata a partire dalla grande pandemia del 2020 e ha iniziato la discesa verso valori accettabili.
Si è innescata una gara per far più in fretta nella completa decarbonizzazione. Una giuria dei cittadini mondiale vigila sul rispetto delle soglie fissate dalle diverse federazioni continentali.
Un’unica Autorità protegge Artico e Antartico. Anche lo spazio, finita la gara tra superpotenze e le pretese di appropriazione, è ora un bene comune. Ma soprattutto ne riconosciamo l’alterità: è l’altro da noi terrestri entro cui continueremo a vivere in pace.
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Marca | Il Mulino |
Data pubblicazione | Marzo 2021 |
Formato | Libro - Pag 166 - 13,5x21,5 cm |
ISBN | 8815291792 |
EAN | 9788815291790 |
Lo trovi in | Libreria: #Eventi da non dimenticare |
MCR-NR | 193127 |
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