Data di acquisto: 01/10/2015
Firenze 66, il tutto travolto dall'alluvione e un bambino scompare. Il comissario Bordelli, personaggio molto bogartiano, poche parole, fumo spinto e pure un amore perso ed una poco amorosa amicizia con una prostituta ormai a riposo, in questa vita così mestamente regolare, Bordelli, dicevo, si prodiga alla ricerca del povero bambino, ma fin da subito si presagisce una fine tremenda. Vighi è un fine ritrattista dei suoi personaggi, il giallista passa quasi in secondo piano. I suoi colleghi, sicuri ma un po' indolenti, l'anatomopatologo di quei tempi con pochi mezzi tecnici e molta esperienza, l'alto prelato, un testimone, Bordelli affonda a piene mani nelle debolezze umane, come a piene mani scava nel fango dell'alluvione. Concludendo, c'è più marcio nel fango degli uomini detti "per bene" che in quello vero dell'Arno che inonda Firenze. I fiorentini, nel loro carattere positivo reagiscono, attivi. Alla tragedia di un bambino seviziato e ucciso, più che una vendetta, c'è posto solo per una giustizia pulita.