Introduzione
Bentornato Giulio.
E bentornati anche tutti i suoi amici. Sono veramente contento di essere di nuovo tra loro perché nel mondo dei colori scoperti si respira una strana atmosfera.
Forse devo spiegare che ho sempre considerato il mondo dei libri come il mondo dei colori nascosti, quelli che dobbiamo cercare tra il bianco della carta e il nero dell'inchiostro, accostando la nostra immaginazione a quella dell'autore, e il mondo reale come il mondo dei colori scoperti, dove non c'è bisogno di nessuno sforzo creativo da parte nostra. E mentre nel mondo dei colori scoperti tira un'aria sgradevole in quello dei colori nascosti siamo tutti più liberi.
In questo mondo è nato anche Labirinti.
Il titolo non è una novità: sono stati pubblicate altre opere con la medesima denominazione, io ne ho lette due, ma erano saggi, non romanzi. Invece quella che vi accingete a leggere è una storia strana, la vicenda di una persona che, nella constatazione di vivere all'interno di un groviglio dal quale non riesce a venir fuori, decide di studiare per anni e anni tutto ciò che riguardi il labirinto, il mito, le costruzioni in tutti i luoghi del mondo, le caratteristiche, le implicazioni psicologiche, le corrispondenze in natura, le speculazioni matematiche sull'argomento.
Il nostro Giulio incontra questa persona in un momento, per così dire, un po' complicato per la medesima, e pur continuando la sua personale esperienza di approfondimento del movimento della Rosa+Croce, finisce per essere coinvolto in modo molto concreto anche nelle vicissitudini di questo strano personaggio. Ciò comporta anche per il nostro amico ritrovarsi in un labirinto, del quale dovrà trovare la via d'uscita. In realtà questa esperienza sarà un'altra tappa, la seconda, della sua marcia d'avvicinamento alla meta che gli si è profilata davanti.
Se la prima tappa aveva le caratteristiche di una nascita a una nuova vita, la seconda avrà le caratteristiche del cammino faticoso di chi, dopo esser nato, deve vivere.
Non essendo un abile narratore, ho ancora una volta raccontato i fatti in forma di diario, unica scorciatoia accettabile per chi ha bisogno che il riferimento temporale metta comunque in ordine la sua prosa. D'altro canto dalla fatica di scriverne, avvertita fin dalle prime pagine, ho potuto constatare che anch'io, nel momento in cui ho deciso di raccontare quanto leggerete, mi sono cacciato in un'operazione piuttosto complicata, questo perché un bel labirinto non si nega a nessuno.
Ma ogni labirinto è anche un po' un esame e tutti quanti siamo stati d'accordo quando, tanti anni fa, un signore dal volto scavato, ci ha fatto dolorosamente e ironicamente constatare che gli esami non finiscono mai.
Milano, 24 giugno 2006
Carpeoro