Tu di cosa vivi? Quali sono i sogni che ti fanno vivere? Che cosa ti dà la spinta per alzarti al mattino e vivere?
Il ricercatore della vera ricchezza non può fare cose comuni, non può seguire mode e pubblicità. Vivrà dei tempi differenti da quelli dominanti. Non frequenterà i sacri appuntamenti della 'religione del consumo'.
I grandi saggi e poeti non fanno che insistere sulla nostra natura immateriale, invisibile, spirituale. Se «siamo intessuti della stessa sostanza dei sogni» come ci insegna Shakespeare, anche ciò che soddisfa i nostri veri bisogni deve essere intessuto di quella materia.
L'umanità ha sete di Infinito, ma purtroppo cerca di saziare questa sete accumulando denaro e risorse economiche, oggetti, prodotti.
Oggetti infiniti che non riescono a saziare quella fame e quella sete, anzi. La alimentano di un'insoddisfazione che crea un atteggiamento rapace verso gli altri e verso le risorse del Pianeta.
La ricchezza visibile è una falsa ricchezza perché non nutre la felicità del cuore. E se fosse giunto il tempo di dare ascolto ai richiami dei sapienti appartenenti a tante filosofie e spiritualità?
Che questo tempo sia giunto è provato dal fatto che oggi la maggior parte degli studi sulla felicità condotti da economisti sembrano confermare le parole dei maestri spirituali di ogni tempo: accumulare beni materiali non garantisce la felicità mentre custodire e condividere ricchezze interiori riempie di senso e di bellezza la vita propria e delle comunità cui si appartiene.
Guidalberto Bormolini dà voce in questo saggio alla sapienza di mistici, monaci e poeti che sanno farci intuire che cosa sia la vera ricchezza: ciò che è divino, invisibile, sepolto nella nostra interiorità eppure accessibile.
Come scriveva Angelo Silesio: «La ricchezza deve essere in te; ciò che non hai in te, fosse anche il mondo intero, ti è solo di peso».
«Cosa c’entra l’economia con la spiritualità? ‘Niente’ è la risposta che viene spontanea. Bormolini ci dice invece che hanno in comune l’idea di ricchezza-, materiale ed esteriore la prima, conoscitiva e interiore la seconda.
L’esplorazione profonda di questo concetto sorprende perché illumina le dimensioni spirituali e umane trascurate dal consumismo. E soltanto condividendo le due ricchezze si possono risolvere i problemi che affliggono la nostra società e l’ecosistema».
-Federico Faggin