Il testo fu scritto da Jose Arguelles nel 1996, un messaggio dalla quarta dimensione del tempo galattico da parte del popolo degli Arturiani.
Lo scopo di questo libro è quello di ricordare attraverso le parole e i concetti estremamente intensi, da dove veniamo, perché ci siamo incarnati, a quale popolo apparteniamo, a quale tribù del tempo apparteniamo ricordando le nostre origini.
Un libro per chi è già nella ricerca sulla legge del tempo, per chi vuole approfondire la propria identità galattica e riprendere in mano il ricordo della nostra missione sul pianeta.
La Sonda di Arturo è un libro che può fare la differenza per la nostra storia di umani, esseri che si sono ritrovati in un pianeta guidato dalla forza della Vita, ma amministrato da poteri i cui scopi sembrano invece andare caparbiamente contro di essa.
Da lì nasce una visione separatista che si è incuneata nel nostro essere, costringendoci costantemente all'infelicità.
La voce della Sonda racconta di altre dimensioni, di altri sè, che siamo sempre noi, che sono comunque contenuti nel qui e ora, aiutandoci a ricordare la connessione con l'eterno presente, il tempo radiale. Se siamo pronti a liberare la nostra visione, questo è il nostro libro.
"Per moltissimo tempo siamo rimasti in attesa dell'opportunità di condividere con voi queste informazioni, informazioni che concernono gli altri mondi e ciò che viene definito viaggio tra i mondi.
Ma fino a che non foste riusciti a sperimentare gli errori e le manchevolezze dei vostri miopi metodi, e le loro modalità diabolicamente implacabili di allontanarvi sempre più dai vostri reali obiettivi e propositi, non potevamo fare realmente nulla. Ma adesso li vedete. Perdere un pianeta è qualcosa di terribile.
In primo luogo, dovete sapere chi siamo “noi”: Arturiani, nativi di Arturo, lontani 40 anni luce, secondo i canoni della vostra fisica, la sesta stella più brillante del vostro cielo, la stella dell'esultanza, Hokulea, la stella porpora, la stella pastore di Boote.
Noi non siamo fatti necessariamente di carbonio come voi, ma funzioniamo radiosonicamente. Non veniamo a voi né dal passato né dal futuro, semplicemente operiamo lateralmente, circondandovi.
Svolazziamo laddove non potete vederci. Suoniamo laddove non potete sentire. Vi facciamo il solletico laddove non potete avvertirlo. Ciò che avete percepito di noi, lo spacciate per mito o fantasia, ma ciò accade solo perché non riuscite a gestire la vostra più grande illusione: la paura della morte.
Voi ci considerate, noi di Arturo, fuori nello spazio. Ciò che chiamate spazio è l'ignoranza della vostra stessa alienazione. Siamo tutti telepati, noi di Arturo. Nella telepatia non c'è spazio. O meglio, lo spazio è il ricettacolo dell'energia che lo riempie. È il tempo e non lo spazio, ciò che ci consuma. Ciò che voi chiamate tempo è meramente la misura del vostro spazio alienato.
Nel vostro affanno di evitare la morte, avete negato a voi stessi la totale conoscenza della mente e la mente è il portale del tempo.
Senza conoscere la mente e il suo potere, non avete conosciuto il tempo. Certamente avete avuto esperienze del tempo, ma i vostri sacerdoti dello spazio sono gelosi.
Pur ovviamente rischiando la morte, i vostri mistici (noi li chiamiamo 'i condivisori del tempo') hanno sviluppato linguaggi segreti per coprire questa conoscenza del tempo, che noi descriviamo anche come orgasmo."