Data di acquisto: 30/03/2018
Questo libro parla di ascolto reciproco: quello tra medico e paziente, quello tra dermatologo e psicoanalista, e quello che il paziente impara a instaurare con sé stesso e la sua pelle. L'autore parte dal presupposto che sulla nostra pelle rimangono i segni, piacevoli e spiacevoli, di ogni relazione che abbiamo avuto durante la nostra vita, compresa quella con noi stessi e con tutte le figure di riferimento della nostra infanzia, tanto più quelle che si occupavano di noi quando eravamo troppo piccoli per esprimerci a parole. La pelle serve a ricordarci, e molto spesso a rappresentare, come viviamo il distacco, con quale modalità cerchiamo un "contatto" con le persone che sono importanti per noi e coi nostri stessi bisogni.