L'italia è Finita — Libro
Pino Aprile
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L'Italia unita, che unita non è mai stata, non durerà. Ma, come insegna il Rinascimento, proprio nelle tensioni noi diamo il meglio, per questo lo smembramento sarà forse la nostra salvezza.
Il nostro Paese entro dieci anni sarà smembrato. L'Italia unita, mai davvero nata, non reggerà alla rivoluzione informatica, che sta cambiando il mondo, così come era accaduto con le precedenti grandi rivoluzioni della storia, quella industriale e quella agricola.
Fu l'ideologia degli Stati nazionali a indurre le potenze dell'epoca, prima fra tutte la Gran Bretagna, a "fare l'Italia", ovvero fondere i suoi sette Stati in uno. Ma ora che il pianeta è tutto percorribile e, sul web, ognuno è intercambiabile. l'Italia unita non è più funzionale.
Gli Stati nazionali sono il passato, il confronto, nel mondo globale, è fra identità. E su queste si ridisegna il pianeta: non la Spagna, ma Catalogna, Paese Basco...; non Regno Unito, ma Scozia. Cornovaglia...; non Italia, ma veneti, siciliani, sardi...
Dalla sovracoperta
Il nostro è un Paese in pezzi.
Ripeterlo a voce alta fa paura.
Ma non è detto che sia un male.
Un libro infuocato, che irrompe con forza nel dibattimento politico e tratteggia scrupolosamente gli scenari di un futuro che non è mai stato così prossimo.
Tra una manciata di anni l'Italia, e forse l'Europa, non esisteranno più. Almeno come le conosciamo ora. Si spezzeranno per il fallimento della loro economia. E l'attuale governo giallo-verde potrebbe persino essere l'ultimo di un'Italia unita. Lo dicono autorevoli studi e indagini ben noti agli addetti ai lavori.
Né l'una, l'Italia, né l'altra, l'Europa, reggeranno alla spinta disgregatrice: "divide et impera" è una massima che i mercati finanziari conoscono bene. D'altronde, già oggi l'Italia non è più la stessa, così come non lo sono gli italiani: grandi aziende, grattacieli, interi quartieri, fertili terreni, squadre di calcio appartengono ad arabi, cinesi, capitali stranieri.
A noi guardano con preoccupazione - o con speranza - le altre nazioni, perché sin dai tempi della conquista romana o della diffusione del cattolicesimo siamo il laboratorio per innovazioni che si sono propagate in tutto il continente, e oltre. A volte anche nefaste.
Steve Bannon, ex consulente alla Casa Bianca di Donald Trump e osannato campione dei razzisti e dei neonazisti made in Usa, lo ha detto chiaro e tondo: «Roma è al centro della politica mondiale. L'Italia fa paura». Lui è di quelli che lo sperano.
Unita, in realtà, l'Italia non lo è mai stata. Piuttosto, è il risultato di un'operazione scellerata di saccheggio e conquista, che ha distrutto un Sud proiettato nel futuro industriale e attuato un vero e proprio genocidio per "convincere" i riluttanti meridionali. È questa la crepa, mai sanata, che si allargherà fino a inghiottire tutto l'edificio dell'Italia unita?
Mentre collanti storici come la Chiesa perdono terreno, ovunque rinascono comunità non statuali che trovano altrove la propria identità. Ma forse, come insegna il Rinascimento, proprio nelle tensioni e nelle divisioni gli italiani danno il meglio. Lo smembramento sarà la nostra salvezza?
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Pino Aprile È stato vicedirettore di Oggi e direttore di Gente, ha lavorato in televisione con Sergio Zavoli nell'inchiesta a puntate Viaggio nel sud e a Tv7, settimanale di approfondimento del TG1. È autore di libri tradotti in più lingue come Elogio dell'errore, Elogio... Leggi di più...
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