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L'Invenzione dell'Economia — Libro

Serge Latouche



Valutazione: 5 / 5 (1 recensioni 1 recensioni)

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Descrizione

Dall’autore del Breve trattato sulla decrescita serena, ecco un saggio di interrogazione radicale sul terreno di una delle "invenzioni" cruciali della modernità.

Come si è formato il nostro "immaginario economico", la nostra visione economica del mondo? Perché oggi vediamo il mondo attraverso i prismi dell’utilità, del lavoro, della concorrenza, della crescita illimitata? Che cosa ha portato l’Occidente a inventare il valore produttività, il valore denaro, il valore competizione, e a costruire un mondo in cui nulla ha più valore, e tutto ha un prezzo?

Serge Latouche ritorna qui alle origini di questa economia che i primi economisti definivano la “scienza sinistra”, e articolando la sua argomentazione in prospettiva storico-filosofica, mostra come si è plasmata la nostra ossessione utilitarista e quantitativa, e ci permette così non solo di gettare uno sguardo nuovo sul nostro mondo, ma soprattutto di affrontarne la sfida sul piano di valori davvero fondamentali come libertà, giustizia, equità.

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Scheda Tecnica
Marca Bollati Boringhieri
Data pubblicazione Febbraio 2010
Formato Libro - Pag 257 - 11,5x19,5
ISBN 8833920453
EAN 9788833920450
Lo trovi in Libreria: #Finanza etica #Critica sociale #Decrescita
MCR-NR 35076

Serge Latouche, ha insegnato all'Università di Paris XI e presso l'IÉDÉS (Institute d'Étude du Dévelopement Économique et Social). È autore di numerosi libri: L'occidentalizzazione del mondo; Il pianeta dei naufraghi; I profeti sconfessati. Lo sviluppo e la deculturazione; La megamacchina.... Leggi di più...

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Recensioni

Valutazione media: 5,0 stelle su 5

Voto medio su 1 recensioni dei clienti

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Recensioni dei clienti

EcologiQ S.

Recensione del 01/04/2018

Valutazione: 5 / 5

Data di acquisto: 06/10/2012

Un saggio di antropologia dell'economia che affronta con rigore analitico e storicamente ineccepibile la costruzione sociale di una realtà moderna e di un assetto che il mainstram considera "normale", ma che in verità sovverte il paradigma dell'utilità sociale e del bene comune, in cui ricade la sostenibilità. Tutto questo a beneficio di pochi e a scapito della maggioranza dei popoli, subornando la democrazia, piegata alle logiche delle plutocrazie. Il testo è reso impegnativo per via dalla rottura di schemi consolidati; giova qui ricordare le parole di Keynes nella prefazione alla sua Teoria generale: “Le idee che qui sono espresse tanto laboriosamente, sono estremamente semplici e dovrebbero essere ovvie. La difficoltà non sta nelle idee nuove, ma nell'evadere dalle idee vecchie, le quali, per coloro che sono stati educati come lo è stata la maggioranza di noi, si ramificano in tutti gli angoli della mente.”. A mio giudizio, un libro che tutti gli studiosi di economia dovrebbero leggere e meditare.

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