La vera arte sacra è di natura non sentimentale o psicologica, ma ontologica e cosmologica. Una chiesa non è solo un monumento, ma un santuario, un tempio.
Il suo fine non è solo quello di «riunire dei fedeli», ma di creare un ambiente che permetta alla Grazia di manifestarsi meglio. E raggiunge lo scopo nella misura in cui riesce a trasportare, a canalizzare al suo interno il flusso delle sensazioni, dei sentimenti e delle idee, in un sottile gioco di influenze verso una meta: la comunione con il Divino.
Il problema dell’arte sacra, oggi si impone più che mai. È urgente ricordare che cosa sia l’autentica arte sacra, perché può darsi che esista ancora un’arte religiosa, ma certo non un’arte sacra. La vera arte sacra non è di natura sentimentale o psicologica, ma ontologica e cosmologica; non è il risultato dei sentimenti, delle fantasie o del «pensiero» dell’artista, ma la traduzione di una realtà che oltrepassa largamente i limiti dell’individualità umana.
È questa la peculiarità dell’arte sacra essere un’arte sopra-umana. L’arte sacra è il veicolo dello Spirito divino; la forma artistica consente di assimilare direttamente – e non in maniera discorsiva, come è per la ragione – le verità trascendenti e sopra-razionali. Una chiesa non è semplicemente un monumento, ma è un santuario, un tempio.
Il suo fine non è solo quello di «riunire dei fedeli», ma di creare per essi un ambiente che permetta alla Grazia di manifestarsi meglio: e raggiunge lo scopo nella misura in cui riesce a trasportare, a canalizzare al suo interno il flusso delle sensazioni, dei sentimenti e delle idee, in un sottile gioco di influenze verso una meta – la comunione con il Divino.