Il Libro rosso è il libro segreto di Jung, quello nel quale ha raccolto e sviscerato tutti i pensieri più privati e il nucleo vitale della sua futura attività scientifica.
Vi lavorò per oltre sedici anni e non volle mai autorizzarne la pubblicazione, al punto che solo dopo ottant'anni dalla sua conclusione arriva a vedere la luce come coedizione internazionale; l'opera consta di circa 500 pagine, di cui un centinaio sono dedicate a grandi immagini archetipiche realizzate da Jung secondo la tradizione del manoscritto miniato.
Definito come il Santo Graal dell'Inconscio, rievoca il periodo del travagliato confronto con l'inconscio del suo autore, che visse terrificanti esperienze anche di natura psicotica e che scelse di raccontarle come un viaggio negli abissi della psiche, iniziato dopo la sua rottura con Freud.
I temi affrontati sono molti e complessi, tra i quali spiccano la natura della conoscenza di sé, l'importanza dei tipi psicologici, la relazione tra virilità e femminilità interna ed esterna, l'unione degli opposti, la solitudine, l'importanza dell'imparare, lo stato della scienza, il significato dei simboli e una guida alla loro interpretazione, la pazzia e la psichiatria, l'imitazione di Cristo, la natura di Dio e degli dei, Nietzsche, la magia, la natura del bene e del male, il significato del passaggio dal paganesimo al cristianesimo, il rapporto con la morte e con i propri antenati.
Carl Gustav Jung lavorò al Libro rosso dal 1913 al 1930 e ancora in tardissima età lo definì l'opera sua capitale.
L'opera in cui aveva deposto il nucleo vitale e di pensiero della sua futura attività scientifica.
Eppure non volle mai autorizzarne la pubblicazione, e dopo di lui anche gli eredi si attennero alla consegna.
Così solo oggi, a ottant'anni dalla sua conclusione e a mezzo secolo dalla morte del suo autore, questo testo straordinario esce dal caveau della banca svizzera in cui era conservato.
Il Libro rosso è il libro segreto di Jung, scrigno privato di un'anima che lì si cela nella sua nudità, e che un comprensibile pudore ha inteso proteggere da sguardi curiosi, e si situa al centro di una straordinaria sperimentazione artistica e psicologica che ne fa un unicum nel panorama novecentesco.
Quella che Jung chiamerà più tardi "immaginazione attiva" e che fu ampiamente utilizzata in questo volume, è appunto lo strumento inedito di cui egli si servì, nel corso della sua discesa agli inferi, per suscitare i contenuti archetipici della psiche e oggettivarli attraverso il dialogo interiore, la scrittura, la pittura, la scultura.
Prefazione di Ulrich Hoerni.