Nelle belle giornate di primavera, quando si apre la stagione e viene voglia di fare qualche passeggiata e di stare all'aperto, addentrandosi tra i sentieri e nei prati, capita di essere accolti da un'onda di profumo di cui non si riesce a distinguere la provenienza.
Ci si guarda intorno per cercare di individuarne la fonte, ma è un profumo così vago e indistinto da rendere vana qualunque ricerca. Non si tratta, infatti, dell'esalazione di un solo fiore, come se fosse una rosa o una magnolia; ma dell'effetto magico di centinaia di piccoli fiori tutti insieme.
E nel mettersi a cercarne l'origine, ci si china, ci si abbassa, ci si avvicina alle erbe, accorgendosi che quelle che sembravano solo erbacce tutte uguali, spesso portano fiori molto piccoli ma molto belli e particolari, uno diverso dall'altro, ognuno visitato da un insetto specifico; allo stesso modo, la macchia uniforme di colore verde-azzurro che caratterizza un prato visto da lontano e colto nella sua totalità è, in realtà, un effetto ottico dovuto alla sovrapposizione di tante sfumature diverse, che vale la pena di conoscere più da vicino.
Ecco per te il finocchio, e le verbene, e la ruta, e un poco anche per me: la possiamo chiamare l'erba grazia della domenica; ma la tua ruta devi portarla addosso in altro modo... Ecco una margherita... E le violette ti vorrei dare, ma appassiron tutte quando morì mio padre..
- William Shakespeare, Amleto -