La globalizzazione ha determinato dei cambiamenti talmente radicali negli assetti sociali, politici ed economici degli Stati, che gli individui hanno iniziato a mostrare nei confronti del futuro un sempre maggiore sentimento di paura piuttosto che di speranza o fiducia.
Grazie alle narrazioni autocertificate e diffuse attraverso i social network, assistiamo oggi a un perenne stato di agitazione che induce i cittadini a cedere sempre maggiori porzioni di garanzie costituzionali in cambio di un astratto concetto di sicurezza che si presume possa essere garantito solo da provvedimenti con una marcata impronta autoritaria.
"Governare con il terrore" analizza le tecniche utilizzate dalle "cupole oligarchiche" e dai complessi militari, industriali e politici al fine di perpetuare nel tempo il controllo sulle masse in quella che può essere definita l'era della post-verità.
Partendo dalle teorie di Hobbes, l'opera mostra come il potere si sia impossessato del monopolio dei mezzi di comunicazione e come stia utilizzando le parole per costruire un'immagine di mondo che giustifichi la progressiva reimpostazione delle società secondo un nuovo paradigma, quello del capitalismo della sorveglianza.
Io sono il ministro della Paura e, come ben sapete, senza la paura non si vive! Una società senza paura è come una casa senza fondamenta: per questo io ci sarò sempre nel mio ufficio bianco, con la mia scrivania bianca di fronte al mio poster bianco… Aah che paura!
Ci sarò sempre con i miei attrezzi del lavoro, la mia pulsantiera, pulsante giallo, pulsante arancione, pulsante rosso rispettivamente poca paura, abbastanza paura, paurissima.
E seguendo correttamente questo stato d’animo io aiuto il mondo a mantenere ordine.
Antonio Albanese