Data di acquisto: 10/05/2015
Un libro sinceramente commovente per la delicatezza e la sensibilità narrativa con cui l'autore riporta fedelmente l'operato, teorico e pratico, di alchimisti più o meno noti. Manoscritti antichi pieni di polvere, esperimenti di elevata pericolosità, arcane formule alchemiche, spiccato senso del sacro, misticismo positivo e mai autocelebrativo, alacre lavoro interiore, purificazione dell'anima e dei sensi: le pagine del libro di Hutin riportano magicamente in vita gli umori e le sensazioni, le paure e le gioie, i successi e i fallimenti di quell'umile sacerdozio material-spirituale che fu l'Alchimia, scienza esatta a cavallo tra l'invisibile e il visibile, mezzeria perfetta di quella strada stretta che conduceva alla perfettibilità celeste. Il vile "oro materiale" non fu altro che un incidente di percorso, una specie di "tumore narrativo" che crebbe artificialmente sul corpo sano delle vere dottrine alchemiche, giunte dalla lontana Al-Kemet - la cosiddetta "terra nera" - ossia l'antico Egitto. Buona lettura.