Dissertazione Filosofica sulla Morte — Libro
Alberto Radicati di Passerano
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L'idea di morte è la più orribili e spaventosa che l'umanità abbia concepito: idea così antica e universale che la maggior parte ha creduto, e ancora oggi crede, che sia innata e naturale.
In questo testo, l'autore, nobile-ribelle, intende dimostrare che tale idea non è per niente naturale, ma acquisita come tutte le altre.
Nell’ottobre 1732, l’editore William Mears dà alle stampe un libretto controverso, che sarà subito giudicato dai suoi primi lettori tra «i più empi e immorali mai letti».
In quelle pagine si rivendicava infatti, con lucide argomentazioni, il diritto inalienabile di ogni individuo al suicidio e all’eutanasia: affermazioni inaccettabili e irricevibili per la popolazione cristiana europea di allora.
Empio e immorale era ritenuto d’altronde anche il suo autore, il conte Alberto Radicati di Passerano, anticlericale piemontese esule in Inghilterra, che per quell’opera sarà arrestato insieme all’editore, terminando poi i suoi giorni in disgrazia.
Ci sarebbero voluti due secoli perché la fama del conte Radicati e del suo scandaloso pamphlet fosse riabilitata grazie per esempio a Piero Gobetti, che lo definì il «primo illuminista della penisola».
Oggi, a trecento anni da quella prima pubblicazione, la Dissertazione filosofica sulla morte – qui nella veste curata da Frédéric Ieva – continua a invitarci, con il medesimo fervore, a difendere il diritto all’autodeterminazione degli individui sulla propria esistenza, a emanciparci dalle costrizioni mentali e dalle verità prescritte, a salvaguardare la libertà da ogni ingiusta imposizione.
Una visione del reale che, in ultimo, esalta l’umano proprio in quanto calato nel mondo e nella natura che lo circonda. Come infatti ha scritto lo stesso Radicati di Passerano, a conclusione del suo pamphlet, «un uomo stanco o sazio di vivere può morire quando lo desidera senza recare offesa alla natura, poiché morendo egli utilizza il rimedio che la natura gli ha generosamente messo nelle mani per curarsi dei mali di questa vita».
Prefazione di Giulio Giorello
Un manifesto sul diritto inalienabile al suicidio e all'eutanasia: un libro lucido e radicale, che dal XVIII non esaurisce il suo scandalo.
"Un uomo è nemico della propria esistenza quando smette volontariamente di vivere."
- Alberto Radicati di Passerano -
"Le cose umane sono così ordinate che nessuno è infelice se non per sua colpa. Ti piace la vita? Vivi. Non ti piace? Puoi tornare donde sei venuto."
- Seneca -
Dicono del libro
«È di questo tipo di Illuminismo che abbiamo ancora bisogno, forse oggi più che allora.»
- Giulio Giorello -
Spesso acquistati insieme
Marca | Il Saggiatore |
Data pubblicazione | Giugno 2023 |
Formato | Libro - Pag 120 - 12,5x19 cm |
ISBN | 884283288X |
EAN | 9788842832881 |
Lo trovi in | Libreria: #Filosofia #Morte e lutto |
MCR-NR | 428200 |
Alberto Radicati, conte di Passerano e Cocconato (Torino, 1698 - L’Aia, 1737), filosofo e scrittore politico, fu consigliere di Vittorio Amedeo II durante il periodo di massima tensione tra il Ducato di Savoia e la Santa Chiesa. Esule a Londra dal 1726, morì in miseria... Leggi di più...
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