Esiste un pianeta sommerso, fatto di storie di migliaia di persone, che si confrontano con un problema spesso irrisolvibile: la candida.
Quali sono i sintomi? È possibile curarsi?
L’unica soluzione non può essere solo soppressiva, cioè basata sull’uccisione di questo fungo, ma deve anche essere soprattutto rieducativa. Altrimenti si conseguono dei miglioramenti, ma le ricadute non tardano, fino alla cronicizzazione del problema. La Candidosi non viene per caso.
La Candida può essere considerata come “un’amica” che, attraverso un disagio fisico e psicologico, ci riporta sulla strada maestra. Possiamo trasformare il disagio in uno strumento per migliorare la vita attraverso la chiave della comprensione di questo problema.
Estratto dal libro
Fino a pochi anni fa, la Candida era per me solo quanto avevo imparato all’Università: un fungo responsabile del “mughetto” dei lattanti, di qualche vaginite e infiammazione della pelle. Avevo imparato anche che ci sono malattie come il diabete mellito che la favoriscono; oppure consideravo i problemi ad essa correlati una complicanza dei trattamenti chemioterapici antineoplastici.
La soluzione era “semplice”: un paio di contagocce di Mycostatin, una raschiatina sulla lingua di garza imbevuta di soluzione di bicarbonato di sodio, ed eventualmente pennellature di violetto di genziana (che sconsiglio di usare perché macchia orribilmente). Per le vaginiti qualche ovulo vaginale.
Dieci anni fa entrai a far parte come moderatore del forum di Sanihelp.it, sulle medicine naturali. Da quel momento si spalancò davanti a me un universo che non conoscevo.
Imparai che esiste un pianeta sommerso, fatto di storie di migliaia di persone, che si confrontano con un problema spesso irrisolvibile e la cui soluzione non può essere solo basata sull’uccisione del fungo, ma deve anche essere rieducativa. Altrimenti si conseguono dei miglioramenti, seguiti da ricadute, fino alla cronicizzazione. La candidosi non viene per caso.
Condividendo il detto che ogni malattia è anche una benattia, la Candida rappresenta un’amica che, attraverso un disagio fisico e psicologico, ci riporta sulla strada maestra: infatti, gli esseri umani traggono motivazione a migliorare, prima ancora che dalla ricerca del piacere, dal tentativo di evitare la sofferenza.
Possiamo trasformare il disagio in uno strumento per migliorare la vita attraverso la chiave della comprensione, ma solo se riusciamo a dare un senso alle cose che non sembrano averne.