Che cos'è il counselor? Qual è la differenza tra counselor e psicologo? Quali sono le caratteristiche base per poter operare come counselor? Quali sono le fasi che accompagnano il counselor e il cliente verso una relazione di successo?
Il counselor è un professionista che accompagna le persone nell'affrontare situazioni di momentanea difficoltà: una scelta impegnativa, un problema da risolvere, un dissapore relazionale. Opera attraverso il dialogo e l'attenta partecipazione, guidando il cliente nell'esaminare le situazioni da diversi punti di vista, nel riconoscere le proprie risorse interiori inespresse e nel ritrovare l'energia per affrontare i problemi.
Estratto dal libro
Il counselor si presenta e c'è come persona. Persona attenta, non giudicante, accogliente, aperta. È questa l'unica carta che può giocare; spesso, una carta vincente.
Nel mondo anglosassone i confini tra queste due professioni sono chiari: non c'è conflittualità ma collaborazione. Ed è auspicabile, soprattutto alla luce degli sviluppi legislativi di qualche anno fa in materia di professioni non regolamentate (Legge 4/2013 del 14 gennaio 2013), che anche in Italia l'attenzione al benessere pubblico, nelle sue diverse sfaccettature e necessità, diventi il vero obiettivo di tutte le professionalità coinvolte, ognuna con le sue peculiari competenze.
Il counseling è una nuova professione che si propone di accompagnare e favorire la crescita personale, non è una terapia.
Lo psicologo ha compiti più specifici che a volte richiedono un ruolo più autorevole, la scrivania, la formalità, la prassi. Lo psicologo può fare cose che sono precluse al counselor, così come lo psicoterapeuta può a sua volta farne altre che persino lo psicologo deve evitare.
In questo panorama complesso, uno dei compiti rilevanti del counselor è anche quello di indirizzare il cliente allo psicologo, allo psicoterapeuta, allo psichiatra, quando necessario. Molte persone potrebbero finalmente arrivare negli studi di colleghi del mondo "psi" solo perché inviate da counselor: una buona relazione tra queste tre categorie professionali nella relazione di aiuto e una buona informazione diffusa su specifiche competenze e campi d'azione di ognuna di esse è fondamentale per il successo di tutte e tre. E, più importante ancora, per il benessere del cittadino che può in questo modo scegliere con più sicurezza e cognizione di causa a chi rivolgersi in caso di necessità.
«Il cliente è l'esperto di se stesso» affermava Carl Rogers, ponendo le basi per questa professione, finalmente affermatasi anche in Italia, capace di creare un campo di relazione autentica, improntata all'ascolto, al rispetto e all'empatia.
Il cliente rimane sempre il protagonista del processo di counseling e viene guidato a esaminare la sua situazione da diversi punti di vista, fino a quando lui stesso riesce a scorgere nuovi orizzonti e diverse possibili soluzioni ai suoi problemi.
Il counseling è allo stesso tempo un'arte, perché sono proprio le qualità personali del counselor, più che una vera e propria tecnica, i fattori del successo di questo approccio, che unisce la professionalità di un operatore nella relazione di aiuto con la sensibilità e la disponibilità di un amico attento.
«Ogni persona vive in un mondo esperienziale in continua trasformazione di cui essa è il centro.»
Carl Rogers