La promessa di una miracolosa crescita economica legata all’implementazione del 5G non prende in considerazione le numerose criticità del nuovo standard per la telefonia mobile.
Oltre a comportare rischi per la privacy, per la tutela dei dati personali e per la sicurezza informatica, il 5G potrebbe provocare danni gravi e irreversibili agli esseri umani e agli ecosistemi.
La tecnologia 5G prevede l’esposizione massiccia a onde millimetriche, mai usate su larga scala.
Le onde millimetriche trasferiscono maggior energia ai tessuti umani e penetrano in misura minore nelle strutture solide. Pertanto, al fine di garantire il servizio,boccorre installare numerosissime nuove antenne in prossimità di abitazioni, luoghi di lavoro e di ritrovo, in aggiunta a quelle già esistenti del 2G, 3G, 4G.
Inoltre, l’uso di frequenze molto più elevate, la potenziale aggregazione di segnali diversi, la loro natura dinamica e i complessi effetti di interferenza che ne possono derivare, specialmente in aree urbane densamente popolate, comporta una maggior esposizione della popolazione.
I campi di emissione radio 5G sono diversi da quelli delle generazioni precedenti a causa delle loro complesse trasmissioni beamformed, i cui effetti biologici sono sconosciuti. Al momento non è possibile né simulare né misurare con accuratezza le emissioni del 5G in condizioni reali.
Scienziati e ricercatori indipendenti dall’industria e numerosi organismi internazionali come l’Agenzia europea per l’Ambiente, il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa sottolineano l’urgente necessità di ridurre l’esposizione umana alle radiofrequenze considerando come soggetti a rischio bambini, ragazzi, donne incinte e soggetti elettrosensibili.
Il volantino spiega i presupposti e gli effetti fisici e biologici dell’internet delle cose, che ha importanti ricadute sociali: gli esseri umani si muoveranno nella perfetta tracciabilità delle loro azioni, e dovranno piegarsi al servizio della Megamacchina, interagendo con essa e troncando sempre più i legami umani adattandosi al capitalismo della sorveglianza.