Data di acquisto: 26/05/2022
Con i classici gli sbagli si pagano: per fare una nuova edizione non basta aggiungere una cartina e una prefazione del grande critico Giuseppe Lippi se ci sono errori nella composizione generale. La nuova traduzione, forse più attenta sulla sintassi, raffredda uno stile intenso e arcaizzante, decontestualizzandolo: l'espressività degli autori come Howard, figli del XIX secolo, viene contorta per appagare le attuali tendenze, quelle di autori che, sfornando un romanzo l'anno, non hanno nulla da dire e il cui stile è gelido come le serie che televisive che ispirano e ammorbano il pubblico. L'assenza del saggio dell'autore che spiegava il contesto fantastorico della sua opera è perciò voluta in quest'ottica di banalizzazione. L'editore, con gli Oscar draghi, storpia il fantastico pur ripubblicando altri grandi classici: con lo stesso stile di traduzione, le copertine troppo simili e senza l'aspetto pulp di quelle classiche (alcune erano talvolta brutte, ma poi c'erano Franzetta e Wheelan). Peccato.