Oltre che romanziere di una certa notorietà, Daniel Pennac è professore di francese da circa vent'anni in un liceo parigino e in questo testo affronta un problema che non è solo dei suoi ragazzi: il non-amore per i libri che la nuova generazione manifesta in modo così eclatante.
Il libro è diviso in brevissimi capitoli, scritti in maniera discorsiva, semplice, efficacissima.
"Il verbo "leggere" non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con altri verbi: il verbo "amare" ... il verbo "sognare" ...
La tesi è in fondo molto semplice: attraverso la lettura si insegna ad entrare nel mondo, se la lettura viene intesa come messaggio d'amore: amore senza condizioni, che non esige verifiche, esami, qualifiche. Inutile colpevolizzare la televisione o gli stimoli diversi che questa società fornisce ai giovani. Il vero peccato, se c'è, è quello commesso dagli adulti della fretta, dell'ansia, della trascuratezza, della stanchezza. I giovani, tra l'altro, hanno paura: di non capire e di perdere troppo tempo nella lettura.
Pennac pensa che questi due timori possono essere vinti entrambi con facilità se gli adulti diventano "sacerdoti" di questo approccio. E' sfatato anche il mito del tempo a disposizione per leggere ("Il tempo per leggere è sempre rubato, come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare").
È proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo.
Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché "le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere.
La verità è comunque che la lettura è, dice l'autore, come l'amore, un modo di essere.
Non si deve chieder nulla in cambio.
Un libro, questo, che è come un romanzo davvero: piacevole, divertente, ironico, sdrammatizzante. Infatti la conclusione è saggiamente equilibrata: guardiamoci dal credere che chi non legge dovrebbe esser considerato a priori come un potenziale criminale o un idiota perfetto. E' un invito questo ad una tolleranza intellettuale niente affatto trascurabile.
Un libro su cui scherzosamente (e non troppo) meditare.
I diritti imprescindibili del Lettore
1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire il libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere ad alta voce
10. Il diritto di tacere