“L’invito
che rivolgiamo ad ogni lettore è di accostarsi alle pagine che seguono
come all’ingresso di un laboratorio nel quale sperimentare, mescolando
ingredienti, suggerimenti, riflessioni che possano contribuire ad
alimentare la ricerca.”
Questo
libro è molto più che un invito alla lettura. Si ripropone di offrire
uno spaccato della complessità dei processi psicologici coinvolti nella
lettura. Per alcuni leggere è fonte di grande ricchezza, per altri una
perdita inutile di tempo. Ma leggere è soprattutto pensare, è collegare idee con immagini, emozioni, sensazioni, parole... ed è compiere un percorso interiore.
Mentre
leggiamo un buon romanzo, inaftti, generiamo invariabilmente
un’identificazione con un personaggio della storia. Quella
identificazione fa sommare la mia storia alla sua, le sue emozioni alle
mie, in un turbine emotivo nel quale il lettore è parte attiva.
Il
termine “biblioterapia”, coniato da pochi anni, viene sempre più usato
con vari significati. Tra i tanti indica l’utilizzo della lettura come
strumento di crescita personale, o anche l'utilizzo di libri durante
una terapia come strumento terapeutico. Le pagine di questo libro
accompagnano e introducono il lettore in un percorso in cui si
sciolgono i significati della biblioterapia nella sua accezione
psicologica, psicoanalitica e formativa, con particolare riferimento
all'autobiografia.
Proprio
come avveniva per il teatro greco, anche oggi con il romanzo, il teatro
e il cinema ci serviamo delle storie degli altri per ritrovare il
bandolo della nostra, per riprenderne il senso, per riconoscere le
emozioni, per seguire il filo delle relazioni.
Ecco
allora l’obiettivo inconsueto e originale, inedito e stimolante di
queste pagine: dimostrare che è possibile anche attraverso la lettura
di un libro trovare e costruire il proprio equilibro.