Banche Impopolari — Libro
Inchiesta sul credito popolare e il tradimento dei risparmiatori
Andrea Greco, Franco Vanni
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Banchieri onnipotenti, assemblee pilotate, grazie al principio "una testa un voto"!
Negli ultimi anni, oltre 500.000 soci delle banche popolari italiane hanno dimezzato il valore delle loro azioni in Borsa, e in Veneto hanno perso tutto.
Inoltre 373.000 hanno oggi in mano titoli non quotati invendibili, che domani, forse, liquideranno a una frazione del prezzo d'acquisto. Qualche obbligazionista ha perfino dovuto ripianare le perdite degli istituti, senza contare il danno collaterale di decine di miliardi di depositi sottratti al territorio e al credito.
Così, dopo oltre un secolo di glorioso sostegno alle economie dei campanili, quelle locali sono diventate «banche impopolari».
Non solo per la crisi finanziaria e la recessione.
Anche per le condotte di tanti banchieri, favorite da uno stile di governo obsoleto che, facendo valere in assemblea il principio «una testa, un voto», ha tenuto lontani i grandi investitori e generato potentati creditizi quanto mai opachi. Da qui sono partiti discutibili assalti al cielo per costruire colossi nazionali a suon di acquisizioni, prestiti facili e bilanci condiscendenti.
E proprio la degenerazione del modello popolare ha contribuito a rendere l'azione di controllo di Banca d'Italia e Consob poco efficace.
Le crisi bancarie di Arezzo, Montebelluna, Vicenza – dove lo Stato è dovuto intervenire per evitare il crac – e i casi di Bari, Bergamo, Marostica, Milano, Verona hanno condotto al crepuscolo il modello cooperativo.
Nel 2015 il governo Renzi ha avuto buon gioco a imporre una riforma che si attendeva da decenni, spingendo le dieci maggiori popolari a trasformarsi in Spa, per favorirne l'accesso al mercato dei capitali e aumentare le aggregazioni in un sistema frammentato.
Ma la riforma ha i tratti di un'incompiuta: criticata dal Consiglio di Stato, osteggiata o realizzata solo in parte dagli interessati, «impopolare» per i clienti-soci perché, nel peggiorato contesto finanziario globale, rischia di aggravare le malattie che intendeva curare.
Nel loro viaggio dentro la crisi del sistema creditizio locale, Andrea Greco e Franco Vanni descrivono l'evoluzione, i retroscena, i colpi di teatro e le ambizioni frustrate dei protagonisti del «romanzo bancario popolare» italiano, e raccontano come un perverso intreccio di potere e denaro, risparmio e speculazione, abbia finito per trasformare le popolari da volano di territori e borghesie operose in infernali macchine mangiasoldi.
Spesso acquistati insieme
Marca | Mondadori |
Data pubblicazione | Aprile 2017 |
Formato | Libro - Pag 215 - 14,5x22 - cartonato |
Formato copertina | cartonato |
ISBN | 8804675101 |
EAN | 9788804675105 |
Lo trovi in | Libreria: #Finanza etica |
MCR-NR | 136342 |
Andrea Greco, inviato della «Repubblica» dove lavora dal 2001, si occupa di finanza ed energia. Premio giornalistico State Street nel 2013, «Targa Caffè ai sostenitori della buona economia» e premio Franco Giustolisi «Giustizia e verità» nel 2016,... Leggi di più...
Franco Vanni, cronista giudiziario della «Repubblica», fra le varie inchieste ha seguito quella sulla Banca popolare di Vicenza. È docente al master in Giornalismo dell'Università Cattolica di Milano. È onorato di avere dato una mano a Claudio Cecchetto nella... Leggi di più...
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