Un giardino amato, e improvvisamente abbandonato: colei che se ne prendeva cura ora non può più farlo, a causa di una malattia.
E così ha deciso di lasciarlo alle sue evoluzioni, alle sue fioriture, alle sue potature, al suo fluire e fiorire ancora e ancora, mentre qualcos'altro si fermerà, per sempre.
Presentazione del libro
Per molti versi, avrei preferito non dover pubblicare questo libro, che non esisterebbe se una delle mie scrittrici preferite – non posso nemmeno incominciare a spiegare l’importanza che ha avuto nella mia vita, professionale ma soprattutto personale, il suo Orto di un perdigiorno - non si trovasse in condizioni di salute che non lasciano campo alla speranza.
Eppure L’orto di un perdigiorno si chiudeva con una frase che mi è sempre sembrata un modello di vita, un obiettivo da raggiungere: «Ho la dispensa piena». Oggi questa dispensa, forse proprio grazie alla sua malattia, Pia ha trovato modo di aprircela, anzi di spalancarcela.
E la scopriamo davvero piena di bellezza, di serenità, di quelle che James Herriot ha chiamato cose sagge e meravigliose, di un’altra speranza. È davvero un dono meraviglioso quello che in primo luogo Pia Pera ha fatto a se stessa e che poi, per nostra fortuna, dopo lunga riflessione ha deciso di condividere con i suoi lettori.
Non posso aggiungere molto, se non raccomandare con tutto il mio cuore la lettura di un libro che, come pochi altri, ci aiuta a comprendere la straordinaria avventura di stare al mondo.
Luigi Spagnol
Dicono del Libro
"L’eleganza della scrittura e del mondo di Pia Pera mi hanno sempre affascinata, ma questo libro è unico e pieno di grazia. Un grande, coraggioso regalo."
Daria Bignardi
"Pia Pera ritaglia dai bordi della malattia – sua, ma anche dell’essere umano in quanto tale – una terra di luce e libertà."
Chiara Gamberale
"Bellissimo e struggente."
Serena Dandini