Estratto dal Libro
Le trasformazioni di un individuo sono costanti nell'arco dell'esistenza, ma quella puberale e adolescenziale, fisica e mentale, è la prima che viene affrontata con consapevolezza.
Sovente un giovane si sente imprigionato in un corpo che non gli piace, che percepisce come un nemico da combattere mediante condotte alimentari errate, forme di autolesionismo o il ricorso a operazioni di chirurgia plastica. Talvolta, invece, il corpo rappresenta lo strumento per ottenere le performance sportive sollecitate, prima di tutto, dalla vanità di genitori che intravedono nel figlio un futuro campione olimpionico.
Nel fronteggiare queste pressioni, dettate dalla costante richiesta di dimostrarsi un vincente nello sport come nello studio, l'adolescente assume atteggiamenti contraddittori in bilico fra accondiscendenza e ribellione, dipendenza e autonomia.
Il giovane precocemente "adultizzato", cioè indotto a vivere secondo modalità adulte, si ritrova immerso nella società del benessere: una trappola che rischia di bloccare il suo sviluppo armonico ed equilibrato, rendendolo incapace di gestire la libertà, la noia, la sconfitta, il desiderio, l'attesa che incontra lungo il percorso di crescita.
Durante il periodo dell'adolescenza il ragazzo avverte una spinta prepotente verso il gruppo dei pari che intende come una nuova famiglia.
La ricerca del consenso e dell'accettazione da parte dei coetanei rende difficile per lui uscire dall'omologazione al fine di affermare la propria identità: l'etica del gruppo influenza i principi e il senso del limite del singolo che non vuole rischiare di essere escluso e, di conseguenza, deriso.
Il bullismo si colloca ai primi posti fra le insidie che l'adolescente teme in maggior misura e i suoi effetti vengono amplificati nel mondo virtuale con conseguenze tragicamente reali, come le cronache sui suicidi di minorenni attestano.
Si tratta di gesti estremi maturati in solitudine in quanto, ai tempi del web e dei cellulari, un giovane è sempre connesso ma sempre più solo. Un ragazzo cade vittima anche del marketing aggressivo che suggerisce falsi desideri, come quelli che rispondono ai pericolosi schemi di divertimento imposti dalla cultura dello sballo, all'insegna di eccesso e trasgressioni fra cui vanno annoverati, accanto all'abuso di sostanze stupefacenti reperibili con facilità online, i recenti fenomeni del balconing o della neck nomination.
Il web sta influenzando la relazione a due in quanto i giovani gestiscono, in solitudine, un'educazione sessuale 2.0 sempre più violenta e spinta oltre ogni limite, con i rischi che la pratica diffusa del sexting o delle sex webcam chat comporta.
Il desiderio di bruciare le tappe, all'insegna di uno sperimentalismo superficiale e performante, ha fatto registrare una recrudescenza delle malattie veneree e delle gravidanze indesiderate: sovente, infatti, il timore dell'incontro reale e non solo virtuale con l'altro si supera con l'abuso di alcol, di farmaci per la disfunzione erettile, di droghe che rendono il divertimento ai limiti della coscienza e della violenza.
Il rapporto sessuale risulta totalmente sganciato da qualsiasi coinvolgimento emotivo, ma anche quando si ricerca un legame d'amore esclusivo il sé personale sembra prevalere sul noi: questo accade in quanto la nuova coppia di narcisi si pone al servizio dei due singoli individui che la compongono e della loro realizzazione personale.
Durante l'adolescenza entra in crisi non solo il ragazzo, alla ricerca di un proprio spazio nel mondo, ma si pongono in discussione anche i genitori che assistono al frantumarsi della loro identità agli occhi del giovane e devono fare spazio a una nuova idea di figlio, comprendendone i nascenti bisogni.
L'adulto, inoltre, deve trovare il coraggio di narrarsi per esteriorizzare il proprio senso di inadeguatezza, incoraggiando in tal modo la verbalizzazione del disagio dell'adolescente: favorisce in tal modo la caduta del muro di silenzio che, solitamente, quest'ultimo erige intomo a sé.
La crisi del modello genitoriale autorevole ostacola questo compito: sono troppi, infatti, gli "adultescenti" a responsabilità limitata nei quali un figlio si rispecchia in una pericolosa confusione di ruoli. Genitori che assecondano sempre il giovane, rendendolo incapace di gestire il conflitto o la frustrazione per un diniego. Un atteggiamento che deriva dalla difficoltà, o dalla mancanza di volontà, di trovare tempo da dedicare al figlio: tempo di quantità e di qualità per non minimizzare i suoi problemi, ma anche per mettere in campo con fermezza degli inderogabili e scomodi divieti.
I "no" e i limiti rappresentano per un ragazzo un importante recinto da scavalcare e al quale tornare, per essere rassicurato, dopo i primi approcci con il mondo esterno. Sempre più sovente, invece, gli adulti vivono nel timore che un "no" possa scatenare la tragedia, un gesto estremo del figlio.
Alla luce della complessità della società attuale appare evidente l'esigenza di creare una rete di sostegno, con il mondo della scuola, dello sport, delle altre famiglie, per mettere insieme le tessere del mosaico e ricomporre il giovane nella sua reale e rinnovata essenza.
Il libro si conclude con sei interviste rivolte a specialisti; attraverso le risposte di un biologo-nutrizionista, un maestro di danza, due psichiatre, una docente e una blogger sono state approfondite alcune tematiche inerenti l'alimentazione, l'attività sportiva, la sessualità, l'uso di alcol e droghe, l'approccio allo studio e alla socialità degli adolescenti.