Uno dei più celebri romanzi di Orwell, scritto nel 1948 e pubblicato l’anno successivo, uno spettacolare affresco della realtà e dell’essere umano, attuale e senza tempo
1984 appartiene al genere del romanzo distopico, in opposizione al romanzo utopico, che compare in Europa nella prima metà del Novecento, e che esprime la crisi di valori e il disgregarsi della fiducia da parte della borghesia e degli intellettuali nel positivismo e nelle ideologie da esso derivate.
Orwell, anarchico passato al socialismo, combattente in Spagna col POUM, fu vittima delle persecuzioni staliniste durante la guerra civile spagnola. Fu per lui un vero e proprio tradimento tra fratelli, perpetrato con grande abilità dialettica, e fece nascere in lui l’urgenza di combattere ogni forma di totalitarismo, sia quello fascista che quello comunista.
Siamo nel 1984. Il mondo è diviso in tre superstati in perenne guerra tra loro: Oceania, Eurasia, Estasia.
Londra è la capitale dell’Oceania, governata dal Grande Fratello, i cui occhi sono i teleschermi che spiano di continuo la popolazione. Il suo braccio armato è rappresentato dalla Psicopolizia e da una rete di spie e ferventi sostenitori pronti a denunciare chi non si attiene allo standard di vita imposto dal Partito. Non ci sono vere e proprie leggi scritte ma tutti sanno che amare, divertirsi, pensare, mostrare emozioni e sentimenti è visto con sospetto e che cadere nell’ombra del sospetto è molto pericoloso.
Solo Winston e Julia lottano con disperazione per salvare quel briciolo di umanità che ancora sentono palpitare in loro e che gli permette di immaginare un futuro migliore per l’umanità.