Recensioni e opinioni su “Il Dio delle Piccole Cose”

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Avevo acquistato "Il dio delle piccole cose" perché mi avevano attirata i pareri positivi da parte di amici che lo avevano letto. Per curiosità ho quindi voluto regalarmelo, ma sono rimasta delusa sin dalle prime pagine. Lento e cupo, non sono riuscita ad andare oltre le prime 60 pagine: ha suscitato in me solo tristezza e noia. Forse non era il momento adatto per leggerlo, ma per ora lo metto da parte. Magari riproverò più avanti, dandogli un' altra possibilità. D'altra parte, come dice Daniel Pennac, uno dei diritti inalienabili di ogni lettore è proprio quello di abbandonare la lettura di un libro. Deludente.

Questo libro racconta la ribellione di una donna indiana, ambientato negli anni 60. Ammu lascia suo marito alcolizzato e violento, le donne divorziate non sono ben viste in India, specialmente se poi fanno l'errore di innamorarsi di un paravan, un'intoccabile. Questo il punto centrale del romanzo, i vari rapporti tra le caste e i costrutti sociali che fanno sì che chi abbia rapporti con un intoccabile perda a sua volta ogni diritto. Trama molto articolata, scrittura originale ad incastro, racconta una cultura ancora troppo legata a retaggi antichi, assurdi quanto crudeli. Descritto dal punto di vista dei suoi bambini Estha e Rahel, due gemelli legati nel profondo da "un'unica anima siamese". Una storia che permette di riflettere sulle ingiustizie della vita e al tempo stesso di sognare grazie ad una intensa storia d'amore. Un libro che avvolge chi legge in una spirale di emozioni, in cui si riflette il tema universale dei sentimenti in conflitto con le convenzioni. È stata una vera scoperta.

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