Tutta la Verità - Estratto da "Whole - Vegetale e Integrale"
Nel capitolo precedente ho argomentato come ciò che mangiamo possa avere un maggior impatto sulla salute di qualsiasi altra cosa. Le prove che insieme ad altri ricercatori ho accumulato negli anni indicano nella dieta vegetale e integrale la dieta umana ottimale.
Rimando il lettore al mio libro precedente, The China Study, per un approfondimento delle evidenze scientifiche a sostegno di questa tesi.
Ovviamente, malgrado le prove addotte, non tutti al mondo sono convinti che una dieta a base vegetale sia il miglior modo di mangiare per la salute umana e per il pianeta.
I media pullulano di opinionisti che contraddicono le mie affermazioni, spesso in maniera piuttosto articolata e divertente.
Il fatto è che è estremamente facile per i miei oppositori estrapolare singoli dati e utilizzarli per sostenere conclusioni opposte alle mie. In realtà, come si possono valutare le prove scientifiche senza diventare esperti di biochimica, cardiologia, epidemiologia e di decine di altre discipline che fornirebbero il contesto necessario?
Prima di descrivere gli ostacoli a una più vasta adozione della dieta vegetale e integrale vorrei affrontare la questione degli oppositori e delle loro critiche esponendovi il mio modello valutativo per la ricerca medica e nutrizionale. La mia speranza è che questo vi aiuti a capire il senso dell’assurdo ostruzionismo e delle mezze verità che vengono prese come legittime critiche della dieta vegetale e integrale, e nei media passano addirittura per informazione in tema di salute.
Una volta che sarete immunizzati contro la “moda salutistica della settimana”, potrete affrontare più smaliziati e sicuri le notizie ufficiali su questo tema, e avrete ancor più validi strumenti per giudicare da soli le prove a favore della dieta vegetale e integrale e le obiezioni che ha ricevuto.
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Il Trionfo del Riduzionismo - Estratto da "Whole - Vegetale e Integrale"
Una vecchia storia: sei ciechi devono descrivere un elefante. Ognuno tocca una parte diversa del corpo: zampa, zanna, proboscide, coda, orecchio e pancia.
Come è facile prevedere, ognuno fornisce un giudizio completamente diverso: pilastro, tubo, ramo, fune, ventaglio e muro. Litigano furiosamente e ognuno è sicuro che la propria esperienza sia quella giusta.
Non conosco una metafora migliore per evidenziare il grosso problema dell’attuale ricerca scientifica, salvo che invece dei sei ciechi, la scienza moderna incarica sessantamila ricercatori di esaminare l’elefante, ognuno attraverso una lente diversa.
Ovviamente questo modo di procedere di per sé non ha niente di sbagliato. Si potrebbe sostenere che i sei uomini, ognuno concentrato su una singola parte, insieme producono una descrizione più ricca e dettagliata di quella che una sola persona potrebbe fornire limitandosi a girare intorno all’animale nella sua interezza e a osservarlo. Analogamente, pensate al livello di conoscenze dettagliate che sessantamila scienziati possono ricavare se possono dedicarsi allo studio di componenti così infinitesimali.
Il problema si presenta solo quando, come nella parabola, i punti di vista individuali vengono erroneamente presentati come se si descrivesse la verità nella sua interezza. Quando il fuoco del fascio laser viene preso per una panoramica globale. Quando i sei uomini o i sessantamila ricercatori non si parlano né riconoscono che l’obiettivo generale dell’esplorazione è percepire e comprendere l’intero elefante. Quando partono dal presupposto che qualunque punto di vista che metta in dubbio il proprio sia sbagliato e basta.
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