Geometria sacra
Lo strumento più importante nella scuola dell’Occhio destro era la geometria, che oggi esercita un certo fascino in quanto parte della disciplina della matematica, ma purtroppo è trattata in modo molto scarno.
Una geometria che si occupa dell’ordinamento superiore dell’universo, del quadro complessivo, è definita geometria spirituale o divina o sacra.
La parola odierna “geometria” deriva dal greco. Geo sta per la dea della Terra, Gaia, mentre la seconda parte della parola rimanda alla misura o al misurare. Quindi la geometria sacra è una geometria unitaria, complessiva, che unisce ciò che è grande e ciò che è piccolo.
Rinveniamo una traccia dell’antica conoscenza quando parliamo di “quadratura del cerchio” nel linguaggio colloquiale. La quadratura è un antico enigma della matematica greca, e poteva essere eseguita soltanto con righello e compasso e tuttavia non è risolvibile. I due strumenti dell’enigma rappresentano i due poli opposti, il principio maschile e quello femminile. Il compasso può disegnare soltanto dei cerchi, con il righello si possono tracciare soltanto delle linee diritte. Il principio maschile è il principio diritto, orientato, quello femminile è quello rotondo e morbido.
Per il lavoro con la geometria sacra esistono diverse regole fondamentali.
La più importante consiste nel prendere in mano personalmente un compasso per capire davvero la geometria, perché soltanto disegnare a mano con riga e compasso offre la possibilità di immergersi direttamente nel disegno.
Se fisicamente disegniamo un cerchio con un compasso, il cerchio non è soltanto un cerchio; esso apre per un istante magico il collegamento tra interno ed esterno. Mentre la mano disegna lentamente il cerchio, i nostri occhi seguono la punta della matita. La mano ruota in un piccolo cerchio intorno al punto centrale, ogni movimento eseguito all’esterno è riprodotto così interiormente nel cervello. Quando all’esterno il piano di separazione immaginario tra le nostre due metà del corpo è superato, la nostra attenzione consapevole fa lo stesso interiormente.
Disegnare un singolo cerchio è come una meditazione per collegare i due emisferi cerebrali.
Per continuare a leggere, clicca qui: > Geometria sacra - Estratto da "Il Fiore della Vita"