Il modello B.I.L.
segue le caratteristiche essenziali di ogni percorso formativo:
obiettivi, metodologie, contenuti, durata,
ma è incentrato "sull'acquisizione della consapevolezza del sé".
La psicologa Silvia Vescuso, da anni nel campo della formazione aziendale, nella stesura del suo saggio che ha come sottotitolo "Le filosofie orientali per la crescita delle persone e delle organizzazioni", è partita dall'osservazione quotidiana. Una conferma dei dati allarmanti diffusi dalla Commissione Europea nel 2007, in occasione della "Strategia comunitaria 2007-2012 per l'approccio globale al benessere sul luogo di lavoro".
Oltre la metà dei 147 milioni di lavoratori europei riferisce di lavorare a ritmi molto serrati, il 50% di svolgere compiti ripetitivi, il 44% di non usufruire della rotazione delle mansioni.
Ne deriva una situazione di stress generale per cui il 13% soffre di cefalea, il 17% di dolori muscolari, il 20% di affaticamento, il 28% di stress, il 30% di rachialgia.
Molta parte di questi mali ha origine dalla disarmonia nell'ambiente di lavoro, con grosse ripercussioni sul fatturato aziendale, oltre che sul benessere dei lavoratori.
Le aziende non capiscono che il management non è "solo l'esecuzione di compiti razionali da parte di persone razionali secondo obiettivi organizzativi razionali", perché all'interno di qualsiasi gruppo agiscono "forze irrazionali e intrapsichiche" che conducono "a decisioni impulsive, a gravi problemi motivazionali, a forme di leadership inadeguate, e strategie e strutture insostenibili".
Tutto ciò accade poiché si tende a considerare la felicità e la realizzazione come risultato individuale e non collettivo.
Questo ha condotto ad una progressiva perdita del senso etico e di responsabilità personale, culminata nelle speculazioni finanziarie che hanno portato alla crisi economica.
Le filosofie orientali, invece, considerano inscindibile il benessere individuale da quello collettivo, e sanno che l'intelletto, ovvero la razionalità, non è la fonte primaria di conoscenza.
La psicologia cognitiva esprime così lo stesso concetto: "i problemi cognitivi concorrono a sviluppare disfunzioni cognitive che possono mantenersi nel tempo ed essere causa di continua sofferenza".
Chi non sta bene con se stesso – perché affetto da problemi psicologici di varia natura – sul lavoro non sta bene neppure con gli altri, e crea notevoli disarmonie nel gruppo.
Le aziende, nota l'autrice, "sono strutture poco attente alle emozioni, alle difficoltà degli individui", perciò con l'introduzione della meditazione in azienda si avrebbero benefici sicuri.
Il Dalai Lama ha fornito dati, scientificamente provati, sui benefici della meditazione. E poi, chi frequenta da vent'anni ristoranti cinesi e ora non può più fare a meno del sushi, perché dovrebbe essere reticente a nutrire, secondo la guisa orientale, non solo il ventre ma anche la mente?